Nel lontano 14 ottobre 2003, via raccomandata, inoltrai al Ministro dell'Ambiente un mio progetto di sfruttamento dell'energia eolica volto ad offrire ai meno abbienti un'entrata extra.

Sintetizzando si trattava di far partecipare, con piccole quote, persone bisognose di un reddito integrativo ad investimenti altamente remunerativi (come quelli dell'energia eolica), altrimenti per loro inaccessibili (la legislazione dell'epoca, tra l'altro, prevedeva finanziamenti a fondo perduto per la maggior parte dell'investimento, e all'epoca il microeolico non esisteva).

Stando a dati in mio possesso: gli investimenti nell'energia eolica consentivano un recupero dell'investimento nel giro di un anno, o un paio, e di conseguenza negli anni successivi avrebbero generato per questi soggetti un'entrata aggiuntiva di pari importo, a fronte pressoché di nessun'altra spesa (i dati sui tempi di recupero li ho trovati confermati anche in un articolo, più recente, pubblicato su Economy del 18/02/09, che riporterò in seguito).

In pratica una persona investendo 8.000,00 euro, che a lui sarebbero costati 3.000,00 euro (perché gli altri sarebbero derivati da contributi a fondo perduto), avrebbe ammortizzato tale costo nel giro di un anno, o un paio, mentre nei successivi venti, avrebbe incamerato (a fronte ripeto pressoché di nessun'altra spesa) 4.000,00 - 8.000 euro annui.

A questo punto, venti pale eoliche, dal costo complessivo di 20 milioni di euro (come era in animo di costruire in una provincia di circa 200.000 individui), avrebbero potuto rappresentare, invece che pochi spiccioli al Comune ospitante, un'entrata aggiuntiva per duemilacinquecento famiglie (10.000 persone circa), in pratica tutte le famiglie povere di quella realtà media .

Purtroppo, l'ente che mi sembrava competente in materia e cui avevo chiesto, ai tempi, chiarimenti a mezzo stampa circa gli effettivi tassi di redditività di tali impianti, non mi pare abbia fatto sapere mai nulla.

A giudicare dalle notizie apparse molti anni dopo sui giornali, con riferimento ad altre zone del paese, sembrerebbe comunque che tali redditività, proprio perché elevate, abbiano dato vita ad interessi non sempre leciti.

Tornando a commentare più propriamente il mio progetto, in sostanza si trattava di dare vita ad una sorta di sommatoria di quelli che oggi sono conosciuti come "conti energia", permettendo ai loro titolari di investire, non in piccoli e distinti progetti di produzione di energia, ma su di un unico grande progetto in un settore e in una misura maggiormente remunerativa.

Una sostanziale attuazione delle mie ipotesi di investimento e partecipazione popolare a progetti ambiziosi, si ebbe quattro anni più tardi, come figura da un articolo pubblicato su Panorama del 15/03/2007.

segue il link alla mia lettera
pubblicata sul quotidiano La
Nazione del 13/11/2003:


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trattandosi di una mia lettera
pubblicata sulla cronaca locale
di un quotidiano (per cui non a
tutti può risultare di facile
reperibilità) riporto anche il
link all'immagine intera della
pagina che l'ospitava, visto che
ce l'ho a portata di mano

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segue il link al mio progetto che
inoltrai via raccomandata al
Ministro Matteoli:


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segue il tagliando d'invio della mia
raccomandata al Ministro


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segue il link ad un articolo più
sopra richiamato, che dava riscontro
riguardo al primo e successivo tentativo
di partecipazione diffusa e popolare
ad un grosso investimento


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segue il link ad un primo prospetto
di redditività dell'eolico:


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segue una tabella pubblicata nel 2009
che mostra come nell'eolico il recupero
sull'investimento sia di 2 anni:


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segue il link ad un articolo
dell'aprile 2011 che mostra come
i contributi alle fonti rinnovabili
siano ancora elevati, arrivando a
coprire sino al 50% dell'investimento.
Il che significa (se non erro) che il
rientro dell'investimento per un
impianto eolico si abbasserebbe
da due anni, o poniamo tre, ad
appena uno o uno e mezzo.

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segue un articolo che mostra come
i costi per dare vita ad un impianto
eolico, in Italia, siano doppi
rispetto all'estero. Non credo che
queste maggiori somme vadano agli
operai. In Germania ad esempio (presa
a paragone nell'articolo) si è soliti
dire difatti che questi guadagnino
il doppio rispetto ai nostri.

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(rimanendo sull'argomento energie alternative, in una mia autentica del 11/08/2005 ipotizzavo la costruzione di una centrale eolica presso la diga foranea della Spezia. Nel 2007, in Liguria, fu emanata una legge volta ad incentivare lo sfruttamento dell'energia eolica nei porti. Anni dopo la pubblicazione della mia lettera, che ho riportato più sopra, anche importanti e capaci personalità della mia provincia sostennero, con gran risalto sui media, che per investimenti molto onerosi che avrebbero dovuto interessare il nostro territorio - tra questi il nuovo water front - si sarebbe potuto ricorrere ad una partecipazione diffusa e popolare agli investimenti)