Al Ministero del Lavoro, nel Luglio 1999, via raccomandata, inoltrai una proposta volta a consentire alle categorie di lavoratori che svolgono funzioni identiche e codificate in ogni dove (ad esempio autisti, operatori di sportelli postali e bancari, postini, camerieri, camionisti, infermieri, muratori, bidelli, netturbini, etc.) di poter usufruire di un maggior numero di ferie (per piacere o per necessità) pagando in prima persona i costi di sostituzione della propria attività lavorativa.
Si trattava di dare la possibilità a questa categoria di lavoratori di rivolgersi occasionalmente a società di fornitura di lavoro temporaneo per ottenere, e pagarsi di tasca propria, persone in grado di sostituirli al meglio nel proprio lavoro, grazie al fatto che essi svolgevano funzioni facilmente replicabili da personale adeguatamente preparato nel medesimo campo di attività.
La mia soluzione era volta a rendere le persone più libere di gestire il proprio tempo, favorendo al contempo nuove opportunità di lavoro per altre (una sorta di realizzazione del famoso motto: lavorare meno, lavorare tutti).
Del resto, alcuni fortunati soggetti lavorano non tanto per necessità, quanto per un desiderio di sentirsi realizzati e molto probabilmente si avvarrebbero volentieri di quest'opportunità.
Con l'avvento delle nuove tecnologie, e a causa delle differenze salariali tra nazioni, oggi assistiamo ad un principio d'attuazione della mia soluzione un tempo impensabile, ossia: persone che subappaltano il proprio lavoro qualificato a operatori di altri paesi, distanti migliaia di chilometri; vedi il libro: "La settimana di lavoro di 4 ore" di Timothy Ferris (fonte: Panorama del 28/02/2008).
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segue il tagliando che documenta
il ricevimento del mio progetto
da parte del Ministero del Lavoro
segue il link al progetto che
inoltrai al Ministero del Lavoro
nel luglio 1999
segue il link ad una delle mie
preventive autentiche del progetto,
che feci prima d'inviarlo
al Ministero
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