Nel Luglio 1999 presentai al Ministero delle Poste un progetto volto a rendere certo, non più solo l'invio e il ricevimento di una lettera (cosa già possibile a quei tempi con la raccomandata a/r), ma anche il contenuto della stessa, attribuendo al contempo data certa ai documenti spediti.
Si trattava di dotare almeno uno sportello postale di ogni città di una macchina "risucchia" fogli (un po' come le macchinette cambiamonete), dove una volta che l'utente vi avesse inoltrato il proprio documento (eventualmente già pre-piegato; se non si fosse optato per una imbustatura automatica) al fine di farlo pervenire all'operatore, l'apparecchiatura ne avrebbe fatto una copia e, allo stesso tempo, avrebbe timbrato quest'ultima e l'originale, restituendo all'utente la copia timbrata, dandogli così testimonianza di ciò che aveva spedito.
In seguito al mio progetto ricevetti una risposta da parte di Poste Italiane S.p.A. in cui mi fu comunicato che tali soluzioni non rientravano all'epoca nei loro progetti strategici.
Successivamente, a distanza di alcuni anni, si arrivò via via:
1) al servizio Posteitaliane.mail@, antesignano dell'attuale posta certificata (fonte: libero mail del 22/12/2005);
2) all'introduzione del servizio Certofax (sempre da parte di Poste Italiane) (fonte: La Nazione 14/10/2006);
3) alla posta certificata, attualmente in uso, che può aggiungere la certificazione del contenuto del messaggio.
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