Al fine di prevenire da parte di enti pubblici comportamenti scorretti e sconvenienti per i singoli e per la comunità, un'utile misura da attuare (che ho suggerito, insieme ad altre, il 16/03/2012, via mail, con riferimento all'iniziativa "burocrazia diamoci un taglio"), sarebbe, a mio avviso:
A)
estendere il concetto di trasparenza sino a rimuovere completamente il divieto, che mi pare in parte ed inspiegabilmente attualmente vigente per i dipendenti, di affrontare pubblicamente alcune questioni attinenti la propria struttura, che ricordo è una struttura pubblica e non privata.
Recentemente (il 24 gennaio 2013) ho letto, ad esempio, del caso di un infermiere che temeva il licenziamento per aver riferito agli organi di stampa alcune, a suo dire, mancanze da parte di una A.sl. che lo avevano indotto ha pagare di tasca propria un ticket per conto di una signora sprovvista di contanti, visto che un tempo sembrava fosse possibile pagare i ticket entro tre giorni. Ora il caso non lo conosco bene, ma, a mio modesto avviso e parlando in generale, non è con la logica del zitti tutti che possono migliorare i servizi pubblici. Un conto è il privato, un conto è il settore pubblico. Quindi una procedura come quella che segue forse potrebbe essere utile.
Ipotizzo qualcosa, come ad esempio:
B)
l’istituzione obbligatoria di una sorta di blog, consultabile sul sito ufficiale di tali realtà (denominato magari: “L'ente visto da dentro, problematiche”), in cui i lavoratori (che più di altri sono a conoscenza di magagne interne) possano, eventualmente nelle misure e alle condizioni di seguito individuate, portare all’attenzione di tutti i cittadini eventuali situazioni e questioni che ritengano opportune e che, invece, solitamente non si vengono a sapere, proprio, per il divieto esistente.
La descrizione della problematica, o la richiesta di chiarimenti, dovrà essere trasmessa (eventualmente anche in forma anonima), in un primo tempo: all’ente, ai sindacati e ad una terza parte indipendente, con poteri di verifica.
Trascorsa una settimana, dovrà essere pubblicata sul sito con l’eventuale risposta da parte dell’ente e, se possibile, con anche già la certificazione dello stato dei fatti da parte della struttura terza. Qualora l'accertamento della verità richiedesse oggettivamente più tempo, si potrebbe pensare anche ad un allungamento dei tempi di pubblicazione di tutto il materiale.
Volendo fare un esempio semplice, semplice, può capitare che in un ente venga sostituito ad un software in uso, un altro che non apporta alcun miglioramento, nè nessuna nuova funzionalità. Anzi spesso e paradossalmente comporta solo un peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori, anche per il solo fatto di dover imparare nuove procedure. A quel punto, a mio avviso, bisognerà individuare alcuni dati come: chi ha preso questa decisione e su che basi; chi si è aggiudicato la commessa; qual'è stato il costo; etc. ; dopo di che, se una o più di queste decisioni e fatti dovessero risultare inappropriati, occorrerà procedere di conseguenza.
Segnalo anche che, nel gennaio 2013, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo inerente il c.d. "Freedom Act", che sembra puntare decisamente verso una sempre maggiore trasparenza della Pubblica Amministrazione.
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segue il link ad un mio
documento, che autenticai
nella data il 13 maggio 2010,
al cui interno si possono
già scorgere le descrizioni
delle misure in esame
seguono i links al progetto
così come l'ho presentato in
data 16 marzo 2012, via mail,
in merito all'iniziativa
"Burocrazia diamoci un taglio",
nel rispetto del numero di
caratteri max utilizzabile
(che era: 1500 per la prima
sezione, e 800 per la seconda).
Di seguito, in particolare,
riporto la prima pagina della
mail, e la IV che ospitava
(a partire da circa la metà) il
progetto in esame vero e proprio
 
 
segue uno dei documenti che
provano l'invio di questa mia mail
segue un'altra prova d'invio di
questa mia mail (qui riporto, in
particolare, la prova dell'avvenuta
consegna alla mia medesima casella
di posta certificata, cui me ne sono
inviata una copia per conoscenza)
segue il codice di errore che
ho incontrato, invece, nel tentativo
d'utilizzare (in questa seconda
occasione e a differenza della
prima in cui suggerii altre
soluzioni, circa un mese prima)
l'apposito form on line (arrivato,
difatti, al questionario, questa
volta, la procedura si bloccava),
così ho optato per l'invio
della mail vista
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